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LA STORIA DEL REIKI

 

 

 

 

                                                                            "Come stelle, nebbie e lumi di candela

                                                                             Miraggi, gocce di rugiada e bolle d’acqua
                                                                             Come sogni, lampi e nubi
                                                                             In quel modo vedrò tutta l’esistenza …"

                                                                             Dal diario di Mikao Usui, 1923

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fu un monaco buddista, il dott. Mikao Usui Shiki Ryoho, che scoprì ed elaboro un sistema terapeutico originale che chiamò REIKI.

Egli nacque il 15 agosto 1865 nel piccolo villaggio giapponese di Taniai, nel distretto Yamagata della prefettura di Gufu, presso l’odierna Nagoya.

Sappiamo che da giovane studiò kiko in un tempio buddhista Tendai sul sacro monte Kurama, a nord di Kioto. Il kiko è la versione giapponese di Qi Gong, una disciplina volta al miglioramento della salute attraverso la meditazione, pratiche respiratorie ed esercizi di lento movimento, e che si concentrata sullo sviluppo e sull’impiego del Ki, o energia vitale, comprendente metodi terapeutici che utilizzano l’imposizione delle mani.

Prima di usare kiko per scopi salutari, è necessario accumulare energia terapeutica per mezzo di apposti esercizi. Impiegando tale metodo, inoltre, si ha la tendenza di esaurirsi, dal momento che esso può attingere anche all’energia personale.

Il giovane Usui si chiese se esisteva un sistema di cura tale da non richiedere l’accumulo preventivo di energia terapeutica e il conseguente esaurimento finale. Era una questione importante ed agì come un seme nella sua mente in pieno sviluppo: un seme che sarebbe cresciuto nascosto per molti anni, fino a dare improvvisamente i suoi frutti nel modo più efficace.

 

Usui viaggiò a lungo in Giappone, in Cina e in Europa alla ricerca della conoscenza, dedicandosi all’apprendimento e allo studio di una vasta gamma di materie, tra cui medicina, psicologia, religione e sviluppo spirituale. Il suo intenso e tenace interesse per la conoscenza pose le basi che gli avrebbero permesso di comprendere il significato della straordinaria sorte che doveva toccarli alcuni anni dopo.

Intorno al 1914 decise di farsi monaco buddhista, concentrandosi sulla pratica devozionale ed esercitandosi intensamente. Infine torno sul monte Kurama dove aveva studiato da ragazzo, e si ritirò in solitudine per ventuno giorni, digiunando, recitando mantra, pregando e meditando.

Al ventunesimo giorno una grande e intensa luce spirituale gli penetrò nella sommità della testa, provocando un satori, o esperienza illuminante: questa luce era l’energia reiki che lo pervadeva sotto forma di armonizzazione. Quando il suo sguardo poté di nuovo levarsi al cielo, vide due globi luminosi su cui erano tracciati in oro i sacri simboli della guarigione.

La sua consapevolezza ne risultò enormemente ampliata, ed egli si rese conto di aver ricevuto uno straordinario potere, quello che desiderava da quando, ancora da ragazzo, studiava sul monte Kurama. Seppe così che avrebbe potuto aiutare gli altri senza che la sua energia ne risentisse.

 

All’inizio, Usui provò il Reiki su se stesso, poi sui suoi familiari. Nell’aprile 1922 si trasferì a Tokyo, dove fondò un’associazione con fini terapeutici che battezzò “Usui Reiki Ryoho Gakkai”, vale a dire “Società Terapeutica Usui del Reiki”, apri anche una clinica nel centro di Tokyo e comincio a tenere corsi e a fornire trattamenti Reiki.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Usui continuò ad insegnare e a curare nella sua clinica, ma la pace e l’armonia venissero scosse nel 1923 dal violento terremoto Kantō, uno dei peggiori e più devastanti che abbiano mai colpito Giappone. Morirono oltre 140.000 persone, migliaia di case e palazzi crollarono e molti altri furono distrutti dagli incendi (il terremoto avvenne all'ora di pranzo, quando molte persone stavano utilizzando il fuoco per cucinare). Migliaia di persone rimasero senza un tetto, subirono lesioni o divennero fisicamente inabili. Quasi tutti soffrirono traumi emotivi. La richiesta di trattamenti Reiki si fece enorme e Usui lavorò notte e giorno con i suoi discepoli per aiutare quanta più gente possibile. Nel 1925, aprì una clinica più grande a Nakano, Tokyo e cominciò a viaggiare per tutto il Giappone allo scopo di diffondere il reiki. Il bisogno di curare dopo il terremoto durò molti anni e in tale periodo egli educò al metodo più di duemila allievi e preparò sedici insegnanti. Grazie all’aiuto fornito, il governo giapponese gli conferì il premio Kun San To per i meritori servigi resi ad altri.

 

 

Usui non voleva che il reiki costituisse la pratica esclusiva di un unico gruppo né che fosse controllato o limitato in alcun modo; desiderava invece che venisse reso disponibile a tutti e diffuso ovunque, nella convinzione che chiunque potesse, attraverso esso, sperimentare il divino e che quindi la gente sarebbe stata più incline a lavorare insieme per costruire un mondo migliore.

 

Usui morì il 9 marzo 1926 in seguito ad un attacco cardiaco che lo colpì mentre insegnava in un corso di reiki a Fukuyama e venne sepolto nel tempio Saihoji di Suginami-Ku a Tokyo. I suoi discepoli posero presso la tomba una grande lapide commemorativa, con una meravigliosa iscrizione che narra la vita e l’opera del maestro.

 

Uno dei sedici insegnanti preparati da Usui fu Chujiro Hayashi  ( Tokyo, 15 settembre 1880 – 10 maggio 1940). Era un ufficiale di Marina in pensione, medico e omeopata.

Il quale a sua volta insegno a numerosi praticanti e preparò sedici maestri tra quali vi era Hawayo Takata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nel 1935 Hawajo Takata, di origini giapponesi ma nata e cresciuta in America, giunse in Giappone per farsi curare un tumore; mentre stava per sottoporsi a un intervento chirurgico decise che quella non era la strada migliore da percorrere. Attraverso l'intervento della sorella del medico curante, la signora Shimura, Hawajo Takata venne ricoverata nella clinica di Chujiro Hayashi. Sottoposta a trattamenti prolungati e quotidiani di Reiki, migliorò sensibilmente le proprie condizioni nell'arco di qualche settimana. Hawajo Takata decise di rimanere in Giappone ancora un anno sperimentando quotidianamente il Reiki; in seguito tornò alle Hawaii dove operò con successo come guaritrice naturale.

Si deve a Hawayo Takata il merito di aver fatto conoscere il Reiki in Occidente. Se non fosse stato per lei, probabilmente il reiki avrebbe lasciato il Giappone molto più tardi, o addirittura mai. Grazie a questa donna, il metodo si è diffuso in tutto il mondo e molti milioni di persone hanno goduto i benefici del suo potere terapeutico.

Hawayo Takata nacque il 24 dicembre 1990 sull’isola di Kavai, nelle Hawaii. Nel 1936 fu iniziata come praticante, dal dott. Hayashi, e nel 1938 fu iniziata all’insegnamento. Ella aprì una clinica a Hilo, nelle Hawaii e un’altra a Honolulu. Eseguiva trattamenti preparando anche alcuni allievi al 1° e 2° livello. Divenuta una celebre guaritrice, viaggiò negli Stati Uniti e in altre parti del mondo, insegnando e curando. Nel 1970, inizio ad addestrare altre persone al livello Master.

Alla sua morte, avvenuta l’11 dicembre 1980, Hawayo Takata aveva preparato ventidue maestri Reiki.

La Takata scriveva nel suo diario: “Io credo che esista un Essere Supremo, l’Infinito Assoluto, una Forza Vitale che governa il mondo e l’universo, un Potere Spirituale invisibile dinanzi al quale tutti gli altri poteri appassiscono nella loro insignificanza. Questo potere è incomprensibile per l’uomo, inimmaginabile, no misurabile, è la Forza Universale della Vita, da cui ogni singolo Essere riceve continue benedizioni. Io chiamerò quest’energia Reiki”.

 

Il Reiki quindi è una benedizione, tanto per chi la da, come per chi la riceve.

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